La sordità è una disfunzione dell’apparato uditivo che colpisce circa 1 bambino su 1000 nati (CDC, 2003) e da dati risalenti a qualche decennio fa, ma ancora ritenuti attendibili, il 90% di essi nascondo da genitori udenti (Mitchell e Karchmer, 2004, CDC, 2003).
La comunità scientifica è concorde sul fatto che la privazione sensoriale, come nella perdita dell'udito può alterare il normale sviluppo e la connettività del sistema uditivo centrale, modificando la neurodinamica nonché le modalità sensoriali che incidono in tal modo sulla comunicazione col mondo reale (Lomber et al, 2020). Una diagnosi e un intervento di protesizzazione precoce, a cui seguono un percorso di abilitazione mirato e un monitoraggio costante del bambino con perdita dell'udito, diventano condizioni necessarie e fondamentali per promuovere le capacità di comunicazione, di linguaggio, le abilità socio-emotive, cognitive e motorie (Muse et al, 2013).
Alcuni autori suggeriscono che anche se sottoposti ad un trattamento ri-abilitativo clinico specifico (quando si parla di sordi preverbali si parla più correttamente di trattamento abilitativo) così come un insegnamento specifico e formale, mirato per esempio all’acquisizione di competenze scritte e parlate, le persone sorde raggiungono difficilmente una competenza linguistica pari a quella delle persone udenti madrelingua (Tomasuolo et al, 2013; Li et al, 2019, Hall et al, 2020). E sebbene queste evidenze provengono da ricerche condotte su un vastissimo numero di casistiche nelle quali sono state indagate le abilità dei sordi preverbali, c'è da dire che queste sono principalmente di stampo clinico e audiologico, ma, su una moltitudine di casi fortemente eterogenei (l'età di diagnosi, l'età di protesizzazione, la modalità di approccio logopedico e frequenza, l'ambiente familiare e socio-economico). Ad oggi, ancora pochi gli studi longitudinali e trasversali proposti sullo sviluppo neurologico e relative caratteristiche di sordi preverbali su popolazione omogenea.
Tipi di sordità
Problemi a livello dell'orecchio esterno o dell’orecchio medio che impediscono la corretta trasmissione del suono possono originare una sordità trasmissiva. Tale tipo di sordità, generalmente, presentano un grado lieve o moderato, entro un intervallo compreso tra 25 e 65 dB.
In alcuni casi, la sordità trasmissiva può avere carattere transitorio e, a seconda della causa specifica, può essere indicato un trattamento medico o un intervento chirurgico. In alcuni casi è possibile inserire una protesi a trasmissione chiamata BAHA.
La sordità neurosensoriale è una perdita uditiva causata da un danno localizzato a carico dell'orecchio interno: a livello della coclea (ipoacusia cocleare) o a livello del nervo acustico (ipoacusia neurosensoriale retrococleare). Tale sordità, in genere, è permanente e può essere di grado lieve, moderato, grave o profondo.
L’ipoacusia neurosensoriale da lieve a grave spesso può essere trattata con protesi acustiche o con un impianto cocleare.
La sordità mista è una combinazione di sordità neurosensoriale e sordità trasmissiva. Generalmente è dovuta a problemi sia nell’orecchio interno sia in quello esterno o medio.
Gradi di sordità
Alla persona sorda è riconosciuta la "sordità" ai sensi della L. 381/70, della L. 508/1988 (che ne riconosce l'indennità di comunicazione) e della L. 95/2006. In merito a quest'ultima norma, nell'art.1 è riportato che il termine «sordomuto» è sostituito con l'espressione «sordo».
Non sempre al sordo viene riconosciuto lo status di soggetto con Handicap grave (art. 3, comma 3) secondo le indicazioni della L. 104/1992 in quanto la gravità è valida solo per i soggetti con “sordità prelinguale”, ovvero con sordità sopraggiunta prima del compimento del 12 esimo anno di età. Ai soggetti che hanno perso l'udito dopo il 12° anno di età la condizione di soggetto con handicap in condizione di gravità, secondo l’art. 3 comma 3 della legge 104/1992, non verrà riconosciuto in automatico, ma secondo gli usuali criteri di valutazioni medico-legali.
Risorse nella sordità